Il perdono

"Ha scritto Vasilij Grossman che «c’è un dono superiore rispetto a quello dei geni della scienza e della letteratura, dei poeti e degli scienziati», giungendo poi a descrivere così tale dono superiore: «Il dono supremo dell’umanità è il dono della bellezza spirituale, della nobiltà d’animo, della magnanimità e del coraggio del singolo in nome del bene. È il dono di cavalieri e fanti timidi e senza nome che con le loro imprese fanno sì che l’uomo non si trasformi in una bestia».


Vasilij Grossman, non credente, giunse a porre al vertice dei valori una dimensione non materiale, non economica, non politica, non scientifica, non culturale, ovvero non riconducibile a nessuno dei saperi e delle tecniche che gestiscono la macchina di questo mondo. Pose al vertice ciò che chiamò «bellezza spirituale», definendola anche «nobiltà d’animo», «magnanimità», «coraggio in nome del bene». Per lui, infatti, il bene era la stella più luminosa, la vera grande bellezza. È vero: è il rapporto con il bene a risanare l’anima. E il bene suscita il desiderio di armonia con sé e con gli altri.


Perdonare, quindi, significa anzitutto guarire se stessi dalla ferita del male, rigettare il male fuori da sé. Ancor prima che per l’altro, il perdono è un grande dono fatto a se stessi».

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